Cantiamo con la vecchietta - Lupin III La leggenda dell'oro di Babilonia

Con l'avvicinarsi del rilascio del nuovo film di Lupin III, incentrato sul personaggio di Jigen, e dopo l'annuncio della nuova serie animata ambientata in Italia e trasmessa in esclusiva temporale sulle reti nostrane, ho deciso di completare gli articoli sui film del ladro gentiluomo e ho visto La leggenda dell'oro di Babilonia.

Vi ricordo che i film di Lupin, quelli prodotti per i cinema giapponesi, sono esattamente cinque e sono, in ordine di uscita, i seguenti: La pietra della saggezza, Il castello di Cagliostro, L'oro di Babilonia, Le profezie di Nostradamus e Dead or Alive. Per l'occasione ho recuperato la versione non censurata, ma sull'argomento arriveremo tra un attimo.

Lupin 3rd III La leggenda dell'oro di Babilonia poster cover




Lupin 3rd III La leggenda dell'oro di Babilonia Rosetta
Dai, cantiamo insieme!
Lupin III ed il resto dell'amata banda si trovano a New York, sulle tracce del tesoro di Babilonia, quando il ladro si imbatte nella vecchia e arzilla Rosetta, vecchia amica mai apparsa. La dolce nonnina, invaghita di Lupin, cercherà di sedurlo e lo aiuterà nella sua caccia al tesoro con indizi nascosti e con una canzoncina che ripete continuamente. Alla ricerca del tesoro, però, c'è anche una banda di mafiosi italo-americani americani guidati da Marciano e appoggiati da Fujiko. Ad interagire con i personaggi avremo l'ispettore Zenigatata, messo a capo di un improbabile squadra di poliziotte in costume e usato esclusivamente come interferenza programmata per allungare le scene.

Lupin 3rd III La leggenda dell'oro di Babilonia Zenigata scena censurata
Una delle scene censurate.
Lupin III - La leggenda dell'oro di Babilonia è forse il film più lineare del franchise: nella sua durata di quasi due ore, la storia viene portata avanti con calma e senza colpi di scena fino al lieto fine del vissero tutti felici e contenti. Il design dei personaggi si rifà molto alla terza stagione animata, anche se Jigen e Goemon vengono finalmente vestiti come si deve, e il carattere degli stessi segue le orme del loro aspetto: non esistono scene serie o capaci di tenere in tensione lo spettatore in questo film perché i personaggi stessi sono delle macchiette sciocche e deformi, privi di spessore e consistenza. Ad alleggerire ulteriormente l'atmosfera, ci pensano i tagli della versione italiana, poi recuperati inserendo le scene mancanti con doppiaggio originale, pronti ad eliminare qualsiasi scena che possa essere anche lontanamente condotta alla violenza e abbassando la durata del film di quasi dieci minuti. A vedere oggi le scene tagliate, viene davvero da chiedersi quale fosse il criterio applicato dai censori, ma questo è sempre stato un ragionamento inutile, visto che la censura non sarebbe dovuta affatto esserci.

D'altra parte, il comparto sonoro è molto gradevole, con variazioni del tema classico di Lupin e con musiche adatte all'atmosfera del film, grazie alla colonna sonora composta da Yūji Ōno. Il doppiaggio italiano è sicuramente ottimo, forse tra i migliori realizzati su Lupin III, e particolarmente buoni sono i lavori su Zenigata, Jigen e Rosette. Inutile nominare ogni volta Roberto Del Giudice, storica voce del ladro.

Non c'è davvero altro da aggiungere su La leggenda dell'oro di Babilonia. Il film è statico, piacevole se guardato distrattamente altrimenti privo di presa. I personaggi, come le ambientazioni, sono caricature di quello che dovrebbero essere in realtà e l'intero film pone in risalto, quasi a vantarsi, la stupidità cartoonesca scelta come tema principale attraverso lunghe scene e passaggi evitabili. Non sarà brutto quanto La pietra della saggezza, ma soffre degli stessi problemi anche se portati all'estremo opposto. 

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